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PROGETTO MATCH

La Legge 482 del 1968, che ha garantito l’inserimento
lavorativo delle categorie protette, tutelando
una “cultura dell’obbligo” alle assunzioni, è stata
molto utile, ma anche portatrice di difficoltà. Infatti,
gli avviamenti obbligatori, caratterizzati da un
sistema di abbinamento meramente numerico, basato
sulla posizione in graduatoria, non tenendo in
alcun conto la compatibilità tra soggetti e posizioni
lavorative, hanno determinato l’inasprimento dei
conflitti tra le parti e indotto nelle aziende la ricerca
di manovre d’evasione.

E’ noto che la struttura produttiva in quanto tale
tende a difendersi da tutto ciò che non appare in
linea con i suoi propri obiettivi e richiede ai lavoratori
livelli sempre maggiori di autonomia.
L’integrazione della persona disabile può allora
funzionare come un detonatore, a causa di dinamiche
già compromesse all’interno del processo
produttivo.

WALK ASSISTANT

La Capodarco Elettronica è azienda cooperativa operante
in certificazione ISO9001 nella produzione di ausili
elettronici per l’handicap, ma è anche una cooperativa
integrata. È da questa sensibilità al mondo dell’emarginazione,
dove il lavoro diventa strumento di riscatto,
connessa a specifiche competenze in un settore
a tecnologia avanzata, che nasce e si sviluppa l’idea di
una progettazione diversa, attenta ai bisogni della persona,
efficace, a costi sostenibili.

Il sistema Walk Assistant nasce come sistema integrato
per la guida dei non vedenti, grazie ad una collaborazione
di ricerca fra Capodarco Elettronica ed Enea, e ai test
di validazione dell’IRIFOR, struttura di ricerca dell’Unione
Italiana Ciechi. Le caratteristiche proprie del W.A. lo
rendono attualmente all’avanguardia fra i sistemi di guida
per non vedenti.

EMMA NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE

Sascia, il gatto della cooperativa Lapemaia si ferma
davanti alla porta del piccolo negozio di “roba
usata e curiosità” gestita dalla cooperativa sociale
integrata che ha lo stesso nome. Una giovane straniera
lo segue, lo chiama, si accorge di noi e chiede
gentilmente se può aiutarci in qualche modo.
Lei poi avverte Emma che siamo arrivati.

E’ una
curiosa staffetta per arrivare al posto più fantasioso
del mondo: un gatto nero spruzzato di rame,
una ragazza eppoi Emma Serafini e la sua carrozzina.
Sembrano tutti personaggi di una storia inventata
che inghiotte il visitatore senza che nemmeno
quello se n’accorga. Emma gestisce questo pezzo
di attività della cooperativa, il negozio appunto,
vendendo – a prezzi accessibili – gli oggetti più vari.
La “merce” la sceglie tra ciò di cui la gente si libera
perché vecchia e perché, forse, l’immaginazione
di molti non ce la fa a suggerire un altro utilizzo.
Perché il riciclo? “Perché con la roba che gli
altri buttano ci si può vivere, dice Emma e, secondo
me è uno spreco buttare via la roba.

LEGGE 68/99: I PROVVEDIMENTI ATTUATIVI

Nota dell’8 maggio 2001 – D.L.vo 469/97, art.6, c.2 – L.68/99,
art.6 – Composizione organi collegiali collocamento disabili.
• Nota del 23 aprile 2001 – D.L.vo 469/97, art.6, co.2. Legge 68/99
art.6. Composizione organi collegiali collocamento disabili.
• Circolare 22 febbraio 2001 “Legge 12 marzo 1999, n.68.
Polizia Municipale. Computo della quota di riserva.”
• Circolare 23/2001 – Norme per il diritto al lavoro dei
disabili (Legge 12 marzo 1999,n.68) e relativo Regolamento
di esecuzione (D.P.R. 10 ottobre 2000,n.333):
aspetti sanzionatori. Chiarimenti operativi.

• Nota informativa del 23 novembre 2000 su pubblicazione
del D.P.R. 10 ottobre 2000 n. 333 recante regolamento
di esecuzione della legge n. 68/99.
• Circolare 79/2000 – Assunzioni obbligatorie.
Art.17 della legge 12.3.1999, n.68. Certificazioni di
ottemperanza.

LA CLASSIFICAZIONE DEL PERSONALE

L’inquadramento del personale è determinato in
relazione alle mansioni effettivamente svolte.
Dunque il processo di inserimento lavorativo per
le persone svantaggiate e l’inquadramento professionale
deriva da una valutazione congiunta sia
delle capacità professionali espresse sia del raggiungimento
degli obiettivi terapeutico-riabilitativi
professionali. Al termine del processo d’inserimento
lavorativo l’inquadramento professionale è
determinato in base alle mansioni svolte e al ruolo
effettivamente ricoperto.

UNA POSSIBILITÀ IN PIÙ

Molti ne parlano, specialmente nei convegni e
nelle università. In California, grazie ad una legge
antitraffico approvata nel 1990, l’8% degli occupati
lo adotta. La Comunità Europea lo mette tra le applicazioni
più interessanti della futura Società dell’Informazione.
Ma pochi in Italia hanno sinora avuto
modo di sperimentarlo.

Si tratta del telelavoro, una
forma di prestazione che si svolge rimanendo distanti
dall’ufficio, ma ad esso intimamente collegato
grazie a una – non sempre e non necessariamente
sofisticata – tecnologia informatica e telematica.
L’idea che sta dietro al telelavoro è semplice ed intuitiva:
nelle società moderne la metà dei lavori consiste
non più nella trasformazione di materie prime,
ma nel trattamento delle informazioni – elaborazioni,
raccolta di dati, fornitura di notizie, ecc.

LA LEGGE PROMETTE BUONI RISULTATI

Non disponiamo al momento di dati certi ed esaustivi
sulla prima fase di attuazione della legge 68 sul
collocamento obbligatorio dei lavoratori disabili. Sarebbe
oltretutto arduo trarre valutazioni attendibili
se si tiene conto del fatto che non è affatto uniforme
lo stato di attuazione nelle diverse province. E’ infatti
la Provincia l’istituzione chiamata a gestire il collocamento
e ad organizzare a livello territoriale il collocamento.
La situazione è molto variegata. Vediamo cosa
è successo.

In primo luogo occorre constatare che il Ministero del
Lavoro ha adottato tutti gli atti propedeutici all’attuazione
della legge. Atti di indirizzo, regolamenti, e sta
per insediare l’Osservatorio nazionale che avrà il
compito di monitorare i dati, le azioni, i risultati conseguiti.
Anche le Regioni hanno recepito le norme nazionali.
Differenziata la situazione a livello provinciale. Sono
stati individuati ed organizzati gli uffici competenti.
Quasi ovunque sono state insediate le Commissioni,
importante momento di partecipazione per le parti
sociali e le associazioni. Sono poche invece le situazioni
nelle quali si è insediato il comitato tecnico, e
ciò è molto grave in quanto questo organismo è il vero
e proprio motore dell’attuazione del collocamento
mirato. E’ il comitato tecnico che raccoglie i dati sui
disabili che aspirano al lavoro, e le opportunità delle
imprese per favorire l’incontro tra domanda e offerta
di lavoro.

UN PROGETTO PER DISABILI PSICHICI

La nostra è una attività di ricezione turistica
gestita grazie all’integrazione di ragazzi con
problematiche di tipo psicotico. Si tratta di
una casa per ferie, ristrutturata in modo da
non presentare barriere architettoniche, si
presta all’accoglienza di persone con disabilità
fisica, motoria, non vedenti e con altro tipo
di problema.

Naturalmente la nostra associazione,
l’Aurap (Associazione umbra ricerca
e assistenza a soggetti psicotici) è orientata
alla massima integrazione. Perciò la casa vacanze
è aperta a tutti.” Così la dottoressa Luciana
Silvestris, psicologa, membro dell’Aurap
e responsabile del progetto Casale Forabosco,
illustra le finalità e le caratteristiche del
lavoro del casale. “I disabili sono considerati,
nel nostro progetto sia come utenti che come
lavoratori.

RICERCA, INFORMAZIONE, SENSIBILIZZAZIONE

Non appena si è avviato il progetto, le prime iniziative che la Spazio – Lavoro ha
intrapreso sono state quelle relative alla preparazione del territorio nel quale la
‘Agenzia delle Opportunità’ avrebbe dovuto essere costituita.

Per meglio conseguire questo risultato si sono promossi studi sulla situazione economica che hanno dato
una panoramica della tendenza imprenditoriale locale ed hanno anche permesso
l’acquisizione di dati relativi alla situazione occupazionale dei disabili. Si è provveduto
poi al rafforzamento della propria azione presentando il progetto a tutte le realtà,
istituzionali e private, che si riteneva potessero esserne interessate e che avrebbero
potuto, con la loro partecipazione, contribuire alla riuscita del progetto. Tra i
tanti interlocutori ne sono stati selezionati alcuni ritenuti di fondamentale importanza
per il buon andamento della iniziativa ed appartenenti ad aree diverse, ma tra
loro sinergiche. Tra i partners istituzionali si è dato un ruolo prioritario al Comune
di Albano Laziale, alla Provincia di Roma ed al 42° Distretto scolastico, con i quali si
è puntato a creare una collaborazione che fosse utile, nel tempo, anche per stringere
rapporti con altri Enti Locali.

LAVORO DA DONNE

Europa: le donne lavoratrici influiscono sui cambiamenti
nel mercato del lavoro. E in Italia cosa
succede? È possibile per una donna diventare imprenditrice?
DONNE E MERCATO DEL LAVORO IN EUROPA
Gli anni ‘90 vedono confermate e rinforzate le tendenze
osservate nel corso degli anni ‘70: si assiste
ad un aumento costante del tasso di attività femminile
e contemporaneamente ad una riduzione e
ad un ristagno del tasso di attività maschile.

Il permanere
di questa evoluzione e la sua generalizzazione
a tutti i Paesi europei viene attribuita in gran
parte all’aumento dell’attività delle donne tra i 25
e i 49 anni, cioè di donne giovani, per la maggior
parte madri di famiglia: sono infatti loro ad aver
assicurato il maggior aumento delle forze lavoro
nella Comunità europea.